Dalla rubrica “Central Park West”, curata da Antonio Monda, la proposta di due interessanti letture sulla grande metropoli e la solitudine
Bruno Perazzolo
“Nessuno dovrebbe venire a New York se non ha voglia di essere fortunato” E.B. White
Com’è solito fare, nell’arco di pochi minuti, Antonio Monda fornisce, con pochi cenni carichi di significato, importanti consigli su film e letture. In questo caso, la sua rubrica, “Central Park West”, prende spunto da una pubblicazione, apparsa nel New York Times Magazine, nella quale, il prestigioso giornale, prova a rispondere ad una classica “domanda delle cento pistole”: “Cosa leggere per cogliere l’anima di New York, probabilmente la città più celebrata del pianeta?” Uno pensa di doversi orientare su “Il grande Gatsby”, di F.S. Fitzgerald, oppure su T. Capote, “Colazione da Tiffany”, oppure, ancora, sul film di Woody Allen “Manhattan” ecc. e, invece, no! Per cogliere l’anima di New York vengono consigliati i due libri riportati nell’immagine: “Questa è New York”, di E.B. White, e “After Claude”, di Iris Owens. La cosa interessante di questi testi non sta solo nel fatto che parlano della velocità, dell’anonimato e della solitudine. In particolare, E.B. White, già nella breve citazione riportata nel sottotitolo, abbozza una specie di analisi sociologica della solitudine: se desideri con tutte le tue forze la fortuna e se poi la fortuna riesci ad acchiapparla per davvero, allora la solitudine non fa tanto male, anzi, può rivelarsi persino un’opportunità. In questi casi, la grande metropoli, New York, è la tua casa ideale. Ma se non ambisci all’azzardo, oppure fallisci nella tua impresa di afferrare la fortuna, allora la solitudine può divenire insopportabile. Purtroppo, di questi tempi, coloro che la fortuna riescono ad acchiapparla per davvero sono sempre meno e questo può spiegare tante cose, oltre al fatto della “strana pubblicazione” del Magazine.