Il dramma di una famiglia che riflette quello di un’intera epoca

Bruno Perazzolo

Luis è un ragazzo promettente e “normalmente inserito nel sistema”. Ha successo negli studi e andrà in un’università prestigiosa supportato da tutta la famiglia: il padre Pierre, impiegato nelle ferrovie, e il fratello. La madre di Luis è morta qualche anno prima e Fus, suo fratello, non ha concluso gli studi per il diploma di metalmeccanico, è disoccupato e benchè promettesse bene nel calcio, intorno ai 22 anni, lo abbandona per aderire ad un gruppo di amici di estrema destra che lui considera “una tribù”. Malgrado l’abisso che li separa, Luis e Fus sono molto uniti tra loro e al padre Pierre che, dopo la morte della moglie, moltiplica quotidianamente i suoi sforzi prendendosi cura dei figli. In breve, la pellicola ci mette di fronte ad una famiglia normale e molto solidale che, però, verrà comunque travolta dal “cambiamento d’epoca” che, da almeno un decennio, interessa la Francia e tutto l’Occidente.

A 15 anni dalla pubblicazione del racconto autobiografico di Didier Eribon, “Ritorno a Reims”, il film di Delphine e Muriel Coulin mette lo spettatore di fronte ad un dramma familiare, ottimamente interpretato dagli attori protagonisti, che ripropone il tema della “grande trasformazione in atto nei sistemi democratici”, manifestatasi alla luce del sole grosso modo a partire dal 2007 – 2009, in corrispondenza dell’ultima grave crisi finanziaria cosiddetta “dei subprime”. Regia di Delphine Coulin e Muriel Coulin con Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crepon …., genere drammatico, Belgio – Francia2024, durata 110 minuti, il film è uscito nelle sale cinematografiche lo scorso febbraio ‘25

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