Un ritratto della nuova condizione operaia di fine ‘900.
di Bruno Perazzolo
Caterino Lamanna è un operaio cui i sindacati e gli scioperi vanno poco a genio. Viene, perciò, individuato dall’azienda come possibile “informatore” tramite il quale capire “cosa si muove nei reparti”. La lusinga, sostenuta da un fittizio avanzamento di carriera e dal “comodato d’uso” di una Panda aziendale, convince immediatamente il Lamanna che verrà poi assegnato, per svolgere la sua “nuova mansione”, alla Palazzina LAF: una specie di confino in disarmo per “operai e impiegati cattivi” o anche soltanto poco collaborativi. A questo punto la Palazzina diventa lo scenario principale nel quale si consuma un’autentica tragedia umana che porta molti dei suoi occupanti, umiliati, precarizzati ed emarginati dal lavoro, al limite della follia e alla ricerca di una disperata via d’uscita che sembra non esserci e che proprio il Lamanna, rocambolescamente, alla fine, procurerà loro in un impeto di rispetto per sé stesso. Tratto da una storia vera di mobbing all’ILVA di Taranto verificatasi nel momento del passaggio della proprietà dallo Stato alla famiglia Riva, il film – che richiama il capolavoro di Petri “la classe operaia va in paradiso”- è un ritratto sobrio e straziante della nuova condizione operaia e impiegatizia di fine ‘900 aggravata dallo “sfondo malato” in cui il racconto si svolge: l’inquinamento della città che si intravvede sulle facce dei protagonisti e in tutta la scenografia che ne accompagna i loro movimenti. Regia di Michele Riondino, con Michele Riondino, Elio Germano, Vanessa Scalera, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, genere Drammatico, Italia 2023, durata 99 minuti. Il film è appena uscito e si può vedere solo nelle sale cinematografiche.