Breve introduzione al saggio di Robert A. Dahl
di Bruno Perazzolo
Robert Alan Dahl, 1915 – 2014, è stato un politologo statunitense di origine norvegese. Professore di scienza politica all’Università di Yale, è stato Presidente della American Political Science Association, ed è considerato uno dei massimi studiosi del fenomeno democratico. Il saggio “Sulla democrazia”, che sottopongo alla vostra attenzione, è un testo divulgativo e, al tempo stesso, stante la statura dell’autore, molto approfondito e con un approccio spiccatamente didattico. Un approccio che, a volte, può persino infastidire il “lettore veloce” interessato ad una comprensione maggiormente “estetico – intuitiva” piuttosto che “analitico – descrittiva”. Sennonché, visto il gran parlare di “democrazia” e di “totalitarismo”, di “democrazie illiberali” e di “sistemi autoritari”, che si sta facendo in questi ultimi mesi e anni, un chiarimento linguistico mi pare d’obbligo per tutti e, in particolare, per coloro che desiderassero occuparsene con la serietà, la costanza e l’impegno che il “grande tema” richiede. Sia chiaro, non intendo sostenere “l’obbligo morale” di evitare di usare parole di cui non si conosce esattamente il significato. Se così fosse saremmo tutti costretti al silenzio. Tuttavia, volendo dialogare piuttosto che urlare il proprio punto di vista lasciando sempre le cose come stanno, mi pare che un chiarimento semantico possa favorire un utilizzo del termine più adatto ad un confronto autenticamente aperto e, principalmente, ad una piacevole e istruttiva conversazione. Il saggio si presenta come una guida. La prima parte è dedicata alle origini e all’idea di democrazia ed è incentrata sul concetto fondamentale di EGUAGLIANZA POLITICA intesa come EGUAGLIANZA INTRINSECA; ovvero, una sorta di principio cartesiano che non necessità di ulteriore dimostrazione e che, resistendo ad ogni evidenza empirica contraria, manifesta la sua origine essenzialmente morale piuttosto che illuministica o, come ebbe a scrivere Tocqueville nella sua opera più famosa “La democrazia in America” 1885, “la sua natura provvidenziale che ha tutte le caratteristiche del decreto divino”. La seconda parte del libro è invece dedicata alla realtà del fenomeno democratico e, a sua volta, è focalizzata sulle istituzioni democratiche e, cosa di assoluto interesse, sulle condizioni strutturali, politico-economico-sociali ed educative, che ne spiegano la solidità piuttosto che la fragilità o, addirittura, il declino inesorabile.