di Bruno Perazzolo
Si dice che la storia dovrebbe essere maestra di vita (Cicerone: I sec. a.C.). Ci sono però due modi per sottrarsi a questo ragionevole auspicio. Il primo è quello di non occuparsene affatto, il secondo è quello di dire che sì, va bene, ci sono delle analogie, ma la situazione era completamente diversa. E’ infatti evidente che, ricercandole opportunamente, delle differenze si trovano sempre nell’ottica di sottrarsi agli insegnamenti del passato quando, questi ultimi, dovessero risultare, per un qualche motivo, scomodi.
Tuttavia è anche vero che molti continuano ad occuparsi di storia rimanendo dell’idea che questa possa servire ad orientare con maggiore sicurezza le nostre scelte presenti e future. E’ dunque a questo tipo di persone che questo articolo e i relativi documenti, si rivolgono con l’auspicio che possano fornire qualche ulteriore elemento di riflessione in un contesto in cui, tutti, dovremmo sentirne un grande bisogno.
Il 20 agosto del 1968. Le truppe corazzate sovietiche varcano la frontiera cecoslovacca. Puntano su Praga. E’ l’invasione” cui il Partito Comunista Cecoslovacco e, su invito di questi, l’intera popolazione, reagiscono pacificamente. Il Servizio Speciale del Telegiornale del 1969, dedicato alla Primavera di Praga ad un anno di distanza dall’occupazione, descrive molto bene la situazione. Non si deve far altro che ascoltarlo:
RAI Cultura Storia: la Primavera di Praga.
Se il video di RAI Storia coglie l’aspetto prevalentemente documentale, la canzone di Guccini, “Primavera di Praga”, porta alla luce, nel modo migliore, l’aspetto emotivo e/o simbolico.
Il 16 gennaio 1969, per protesta contro l’invasione russa, lo studente Jan Palach, 20 anni, a piazza Venceslao, nella città di Praga, si dà fuoco. Marcello Flores racconta l’episodio a Wikiradio.
RAI Radio 3 Wikiradio: Jan Palach raccontato da Marcello Flores
Buon ascolto.
La mia impressione è che viviamo un tempo dove la memoria storica non è considerata dai più importante. Molte sono le trasmissioni, cerimonie che cercano di tenere viva la memoria .
Quando ne parlo pochissimi hanno seguito le trasmissioni e pochissimi conoscono la storia moderna.
purtroppo Pietro c’è molto di vero in quello che dici e il motivo principale è che le nostre élite sono in rivota verso il passato. Grazie per il commento