Incontro del 7 aprile 2021 con Emmanuele Massagli.
Nell’inviarvi il collegamento al video dell’incontro, vi segnaliamo i passaggi fondamentali di quanto ci ha comunicato il prof. Emmanuele Massagli.
Il tema di fondo è l’importanza del lavoro come mezzo per l’educazione integrale del giovane in ogni ordine degli studi, compresi i licei, in quanto rappresenta un “giacimento educativo e formativo” indispensabile per qualificare il curricolo.
Questo è ancor più importante in ogni ordine di studi, in quanto i giovani presentano un deficit di esperienza di vita, e ciò influisce sulla loro capacità di conoscere la realtà e quindi se stessi, inoltre di esprimere un giudizio fondato sulle vicende attuali e di scoprire la propria vocazione ed il proprio compito nel mondo.
La crescente rilevanza delle competenze trasversali mostra come le imprese siano alla ricerca di persone “sveglie”, ovvero curiose, reattive e dinamiche; questa esigenza indica il superamento dell’idea dell’alternanza / Pcto come mera politica attiva, per rilanciare l’importanza decisiva della formazione integrale della persona.
Si può quindi dire che quando l’educazione è riuscita, il soggetto è già occupabile.
Il lavoro, visto nelle sue diverse dimensioni, è una componente fondamentale dell’educazione civica, in quanto il cittadino nella società della connessione perpetua necessita di una formazione più profonda che lo renda capace di cogliere la corrispondenza tra sé e il mondo e di un’iniziativa che lo formi ad una libertà vissuta come orientamento al bene comune.
L’area delle esperienze formative che si è costituita tramite educazione civica, Pcto e alternanza va considerata come una sfida per la scuola volta a ripensare i metodi di insegnamento, a vedere la realtà come giacimento di competenza affinché l’attuale generazione sia capace di lavorare sapendo esercitare le facoltà pienamente umane, quelle non sostituibili dalle macchine e necessarie per il cambio dell’indirizzo dell’economia nella prospettiva della sostenibilità.
Buon ascolto!
«Il lavoro di un tempo» di Charles Péguy, legge Dante Melito.