di Dario Nicoli

La grande mobilitazione del neo comunitarismo va vista come un tentativo di risposta immediata alla solitudine che caratterizza il tempo nuovo; essa offre a chi abita nel territorio occasioni di appartenenza e di vita in comune, ma queste esperienze consentono, innanzitutto nel linguaggio, un riconoscimento ed una consolazione verso quello smarrimento esistenziale di chi afferma, come dice Vasco Rossi, “ora qui…siamo soli…siamo soli…siamo soli…siamo soli…”?

Occorre che nelle esperienze neocomunitarie accada un salto di qualità che vada oltre la dinamica della risposta ai bisogni, per cogliere nell’anima quella perdita dell’incanto che è accaduta con la modernità e la deificazione dell’uomo e della ragione, e che ha portato allo strapotere della tecnica ed allo smarrimento dell’io.

Continua

di Dario Nicoli

Per cercare di comprendere se il territorio stia diventando una nuova comunità, nell’incontro di Pinerolo del 7 novembre scorso abbiamo riunito cinque mondi: il Comune, la Scuola, l’Economia, le Chiese e la Comunicazione per comprendere se sono attive forze che, pur essendo minoranza, vedono con chiarezza il nuovo tessuto dei bisogni della popolazione e giocano le proprie risorse nella direzione neo-comunitaria.

Provo a riassumere in tre punti ciò che è emerso dall’interessante e sorprendente incontro.Continua

di Bruno Perazzolo

Holappa è un operaio precario mezzo alcolista, Ansa lavora in un Centro Commerciale. Licenziata per futili motivi, passa da un’occupazione provvisoria e malpagata ad un’altra peggiore. Due storie parallele, due storie di “gente comune”, di persone perfettamente sole se non fosse per la presenza di un amico/a che rende un pochettino meno amara un’esistenza che si trascina, giorno dopo giorno, senza una meta. Ma ecco l’imprevedibile. Un incontro che cambierà la loro vita aprendo una breccia nella prigione immaginaria, ma non per questo meno reale, che li tiene sadicamente rinchiusi.
Continua

di Bruno Perazzolo

Cosa significa appartenenza? Esiste un “bisogno del dovere”? “Libere” riflessioni suscitate dall’incontro – intervista di Pinerolo del 7 novembre ’23

 Se c’è una cosa che credo di aver capito dopo gli incontri di Biandronno (aprile ’23) e Pinerolo (novembre ’23) dedicati alla “Nuova Comunità” è quello che potrei chiamare “il bisogno del dovere; il bisogno di avere un compito” che fa dell’uomo solo (dell’individuo atomistico) un uomo triste e, spesso, disperato. In fondo credo che appartenenza significhi proprio questo: il bisogno di sentirsi parte di qualcosa che ci trascende e, perciò, ci obbliga ad agire in certo modo a prescindere dal calcolo utilitaristico.

Continua

di Bruno Perazzolo

Il film, ambientato alla fine della seconda guerra mondiale e realizzato in bianco e nero (con esplicito riferimento alla grande tradizione del neorealismo italiano) è costruito intorno ad un’idea che, oltre ad essere bella, è anche, magari per motivi diversi, molto attuale. Delia è una donna che si dedica anima e corpo alla sua famiglia, ma che, ciò malgrado, viene maltrattata dal marito e dal suocero che, a suon di schiaffoni, intendono affermare la loro assoluta autorità patriarcale in un contesto, per l’epoca, già ampiamente patriarcale. Apparentemente rassegnata alla prigione in cui un matrimonio sfortunato l’ha rinchiusa, Delia …. cova nel profondo della sua anima il desiderio di un grande riscatto.

Continua

di Bruno Perazzolo

In Italia, e non solo, la diffusione dell’autolesionismo tra gli adolescenti è impressionante: tra il 17 e il 41 %. Il fenomeno è poi spesso accompagnato dal consumo di droghe e alcool la cui estensione è, probabilmente, anche maggiore. L’articolo di Silvia Grigolin, “i neonati piangono”, ne evidenzia alcuni fattori fondamentali ai quali, credo, sia possibile aggiungerne altri due o tre non meno rilevanti. In premessa, mi sembra importante l’affermazione che il filosofo Galimberti fa all’inizio del video “il disagio giovanile nell’età del narcisismo”: il problema non è psicologico, ma culturale, intendendo, con ciò, che all’origine del fenomeno sta la nostra cultura e solo dopo viene la psicologia.

Continua

di Bruno Perazzolo

Nicholas Winton è un “accumulatore seriale” in senso buono (oggi il vero problema sono i “buttatori seriali”, i discepoli dell’usa e getta). In molti lo siamo, “accumulatori seriali”, perché “una cosa che possiedi non si sa mai in quali circostanze possa tornarti utile”. Eppure, arriva per tutti il momento nel quale bisogna liberarsi dalle montagne di cose che abbiamo disordinatamente ammucchiato nel tempo nel vano tentativo di non perdere nessuna, imprevista, opportunità. …….. Arriva per tutti il momento in cui scavare significa buttare via con la speranza di trovare qualcosa che valga veramente la pena di conservare.  Nicholas Winton la trova quella cosa. È una bella, vecchia cartella di cuoio da colletto bianco riposta in un cassetto e piena di ritagli di giornale, annotazioni, foto che gli riportano alla mente la sua grande impresa: salvare dalla deportazione nazista più di 650 bambini, in maggioranza ebrei.
Continua

L’Incontro – Intervista, organizzato dalla nostra Associazione di concerto con l’Amministrazione Comunale di Pinerolo, prosegue l’inchiesta sulla Nuova Comunità iniziata a Biandronno con le Associazioni di Volontariato lo scorso aprile. A differenza di Biandronno, questa volta, ad essere interpellate saranno le Istituzioni Locali, ovvero l’altro elemento necessario che, insieme all’Associazionismo, costituisce il nucleo di una “Comunità Locale Viva”.

Visione e ipotesi della ricerca

La nostra epoca si caratterizza per l’elevata mobilità delle persone, i continui cambiamenti, l’innovazione tecnologica. Ciò, combinato con una cultura fortemente individualistica, ha reso più precari i rapporti umani nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nel vicinato e con gli amici. Tutto questo è stato pagato con una crescente solitudine e sofferenza in quanto l’uomo è, per sua natura, un essere sociale….
Da questa stessa condizione, emerge, però, anche un desiderio di autenticità e di nuove forme di comunità e lo si vede in molte situazioni.
Continua

di Bruno Perazzolo

Hirayama è un sessantenne giapponese che si occupa della pulizia dei bagni pubblici, ….. Nella vita di Hirayama, però, c’è molto di più dell’affermazione della dignità del lavoro, di qualsiasi lavoro che sia “basilarmente” utile agli altri. C’è la gentilezza, il rispetto, la buona educazione e la capacità di cogliere “il meraviglioso” dove altri non vede assolutamente nulla. C’è, infine, qualcosa che lo avvicina fortemente a un tipo di esistenza che credo si stia facendo sempre più strada in tutto l’occidente. Qualcosa che, penso, almeno in parte spiega il grande successo di pubblico e di critica che la pellicola ha incontrato.

Continua

A cura di Bruno Perazzolo

Intervistatore Dario Nicoli, docente di Sociologia dell’Università Cattolica di Brescia

Con questa inchiesta, l’Associazione Culturale PensarBene ha dato inizio ad un lavoro di indagine volto a verificare le seguenti ipotesi:

1) è vero che l’Associazionismo Volontario, che ha radici profonde e centenarie, soprattutto in Lombardia, trova, nella realtà contemporanea delle nostre vite, un terreno particolarmente favorevole ad incrementarne il peso e la consapevolezza della sua necessità?

2) è vero che, adattandosi alle nuove condizioni economico sociali e culturali, l’Associazionismo, in quanto realtà viva, sta, almeno in parte, “mutando pelle”? E se questo è vero, quali sono i tratti innovativi delle nuove forme di Volontariato?

Allo scopo di verificare la validità delle nostre tesi, abbiamo posto, alle 12 associazioni partecipanti, tutte con sede o con una propria significativa presenza nel Comune di Biandronno, alcune domande le cui risposte sono state sinteticamente riportate in questo report.
Continua