di Bruno Perazzolo
Il teatro nel cinema, il racconto nel racconto, una tecnica sempre più diffusa quasi che realtà e “finzione” stessero per confondersi sempre di più. E, in effetti, nel film, le scene di “vita reale” dei giovani attori, talentuosi e alle prime armi, si mescolano alle loro performance teatrali in modo a volte difficilmente discriminabile dallo spettatore. Lo sfondo è quello degli anni ’80. Alcuni giovani vengono selezionati per una scuola di teatro prestigiosa, mentre altri, la maggior parte, egualmente appassionati e motivati, devono subire lo smacco dell’esclusione dalla corsa per il successo. La pellicola prosegue con il racconto del gruppo dei “fortunati”. Solo qualche breve comparsa è riservata ai perdenti – invisibili. Siamo dunque di fronte ad un’élite energica la cui disciplina professionale fa tuttavia a pugni con una vita “dissipatoria”, stile bohème, di cui s’è perso tutto l’anticonformismo essendo che, negli anni ’80, la trasgressione si era già massificata, diventando la nuova regola di vita interclassista. La cifra di una democrazia che allora sembrava l’icona stessa della libertà solipsistica destinata a trionfare nell’intero pianeta. Le cose, come sappiamo, non sono poi andate così e l’utopia si è trasformata nell’inizio di un lento declino cui il film accenna con abbondanti riferimenti al consumo di droghe, all’AIDS, ai rapporti sessuali promiscui, alle spericolate gincane automobilistiche e alla tragica scomparsa del personaggio forse più di tutti rappresentativo del dramma e dell’epoca: il giovane, tormentato Etienne.
Regia di Valeria Bruni Tedeschi, con Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot, Clara Bretheau. Genere Drammatico, Francia – Italia, 2022, durata 126 minuti, il film, per ora, credo si possa vedere solo nelle sale cinematografiche.