di Bruno Perazzolo

Ho letto il saggio breve “Altre Intelligenze” scritto chiaramente e sicuramente utile per chi desiderasse comprendere, in modo non superficiale, l’attualità dell’IA (Intelligenza Artificiale) e le relative problematiche. Daniela Mario ne espone molto bene le maggiori preoccupazioni, i limiti assoluti (l’IA non potrà mai corrispondere all’intelligenza umana perché …..) o relativi (per ora l’IA non corrisponde all’intelligenza umana, ma in futuro ….), gli interessi e gli auspici. Tutte questioni che fanno da sfondo al grande tema dell’IA che, a ragione, può essere definita la punta di diamante del mito prometeico che regge l’intera impresa scientifica e la modernità che, con essa, in larga misura, si identifica. Un mito ben riassunto nel titolo del libro di Y.N. Harari “Sapiens, Da animali e dèi”, ma anche, ad esempio, nel saggio, meno noto, ma non per questo meno interessante, di quasi mezzo secolo fa, di J.  Goodfield, “Giocare alla Divinità”, Feltrinelli 1981. Per quanto gli scienziati, di norma, tendano a non farne parola, queste opere evidenziano bene come anche le loro imprese abbiano un fondamento ideologico. Continua

di Bruno Perazzolo

Francesco Bacone (1561 – 1626) pensava che scienza e tecnica avrebbero dato all’uomo quel dominio sulla natura che una certa interpretazione della Genesi 1,26-28 aveva promesso senza che la corrispondente versione della religione ebraico – cristiana ci fosse mai riuscita per davvero. Malgrado le molteplici evidenze contrarie, questa filosofia resta a tutt’oggi ampiamente dominante. Soprattutto in occidente, l’élite borghese ha fatto delle promesse messianiche della tecnologia il proprio credo fondato sulla desacralizzazione del mondo e, pertanto, sulla sua riduzione a semplice risorsa. Un’ideologia, questa della classe dominante, difficilmente scalzabile poiché si alimenta dell’accumulazione di ricchezza e di potere che consente di fronteggiare i crescenti problemi che questa visione genera attraverso un’innovazione sempre più veloce, “profondamente sconvolgente” e apparentemente, almeno nell’immediato, risolutiva.
Discorso diverso vale per le classi subalterne …..

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